Claims Made Finita? (luglio 2016)

In tempo di pace l'unica cosa che conta per i popoli è la giustizia. Sarà per questo che , per giustificare la mancanza di giustizia, il Mondo sta lentamente cercando di abolire almeno la pace. Una simpatica congregazione di colleghi dediti alle conviviali, aveva un motto: un giorno un problema una soluzione. Ed ecco che allora se in tempo di pace la giustizia è la cosa più importante, non volendo migliorare la giustizia, almeno facciamo finire la pace. Mi trovavo in transito ad Istanbul poche ore prima che in quell'aeroporto si verificasse l'ennesimo codardo attentato ad opera di terroristi che, imbottiti di droga e di esplosivo, hanno attaccato lavoratori e turisti intenti nella propria pacifica vita. Ho avuto fortuna a partire prima che il tutto si verificasse, ma non posso nascondere l'emozione, appena arrivato a casa, causata da tutte le chiamate di amici e parenti che chiedevano mie notizie sapendo la rotta che dovevo fare. Rivedere i luoghi dove poco prima mi trovavo devastati da assassini drogati, mi ha fatto riflettere come in effetti la pace sia minata. La sera poi sentendo alla televisione la solita donna in menopausa che, priva di qualsiasi cultura, inveisce contro gli stranieri colpevoli di avere una cultura diversa o forse solo di avere una cultura rispetto alla donnetta frustrata che non ha alcuna cultura che non sia il denaro, mi sono chiesto se non sia il caso di zittire certe donnette isteriche che altro non fanno che aumentare il rischio di eccitazione dei già malati assassini. Circa Istanbul posso solo testimoniare che la sicurezza era ottima ma, come in quasi tutti gli aeroporti in Europa (la Turchia è in Europa e presto sarà dentro l'Unione Europea a pieno diritto e con buona pace dei detrattori di questa nazione, che sebbene abbia contraddizioni anche con il passato, non solo non è seconda a nessuno ma soprattutto è un ottimo cliente dell'Italia) non esiste protezione da attacchi esterni al terminal. Infatti salvo l'aeroporto di Nairobi, dove nessuna auto si può avvicinare senza aver passato un accurato controllo al check point a debita distanza dallo scalo, in quasi tutti gli altri aeroporti è possibile che criminali si avvicinino armati e sparino sulla folla indifesa. Ora nella speranza che si rafforzino le misure di sicurezza in tutti gli aeroporti e che questi problemi siano finalmente scongiurati, non pensiamo che la Turchia fosse un paese a rischio o con poca sicurezza. Forse la Turchia non ha l'ottima intelligence che ha l'Italia e non ha neppure i ministri che, anche se presi in giro specie dagli Inglesi, in realtà hanno sempre lavorato per tenere sotto controllo i pericoli e per prevenirli. Ora che, finalmente il Regno Unito, uscirà dall'Unione Europea, ed i cittadini Britannici dovranno fare il visto per venire in Europa (con tanto di fideiussione bancaria e polizza Rimborso Spese Mediche come ogni extra-comunitario che si rispetti) mi viene da pensare a quanta ingiustizia ci sia stata in passato quando gli italiani e soprattutto i Siciliani, hanno da soli dato assistenza ai tanti poveri migranti senza avere aiuto da nessuno e tanto meno il rispetto del Regno Unito che ovviamente non desidera avere migranti e preferisce che il lavoro duro sia fatto dai Siciliani invece che ciascuno fare la propria parte. Ma certo a Londra esiste una città stato che pensa di poter prendere tutti in giro, con Banche che non hanno limiti all'uso del contante, con società al portatore e operazioni finanziarie che sono davvero poco tollerabili oramai da chi lavora e paga le tasse ed ogni mattina si lava sotto la doccia. Mentre ora che il Regno Unito ha deciso di uscire dall'Unione Europea e molti britannici sono preoccupati di dover iniziare a lavorare, visto che non avranno più i contributi europei che finora si sono goduti alla faccia degli Italiani da loro spesso derisi per presi in giro, noi abbiamo il problema che comunque nel Mercato di Londra abbiamo lavorato per oltre 30 anni. Infatti chi vi scrive è coverholder dei Lloyd's ininterrottamente dal 1986 (quest'anno sono appunto 30 anni ma non siate gelosi perché significa solo che non sono più giovane e non credo siano previste onorificenze per l'anzianità di servizio). Mentre si sprecano i comunicati e le ipotesi, che sono attendibili come l'oroscopo, la realtà dei fatti è che applicando l'art. 50 del Trattato di Lisbona, il Regno Unito uscirà dall'Unione Europea e le imprese di assicurazione con sede e licenza del Regno Unito non potranno operare nei Paesi dell'Unione Europea. Questo avverrà in un periodo compreso fra due anni ed illimitato, anche se si spera davvero che Italia, Francia e Germania impongano una rapida e seria uscita del Regno Unito senza tanti favoritismi per un Paese come il Regno Unito che nella sua storia ha fatto sempre e solo i propri interessi a mai quelli degli altri popoli sotto la loro dominazione. Ci sarà quindi da lavorare nel trovare nuovi assicuratori nel Mercato Italiano, Tedesco e Francese oltre ai soliti noti Nord Americani che sono pronti a soffiare gli affari agli Inglesi. Agli Inglesi resterà il ghiotto mercato della riassicurazione e naturalmente la riassicurazione facoltativa magari di nuove imprese create proprio dagli assicuratori inglesi per aggirare il blocco dell'EU. Noi possiamo, da un lato rassicurare tutti che i tempi per il cambiamento sono relativamente lunghi e dall'altro che abbiamo già attuato soluzioni pratiche per assistere i nostri Clienti nel futuro mutato panorama. Ci si augura solo che di fronte al fuggi fuggi le imprese del Regno Unito non manchino di portare a termine i loro impegni sia in termini di pagamento dei sinistri che di rispetto degli accordi con gli intermediari Italiani. Il tutto sarà attentamente seguito dall'Autorità Italiana che ovviamente non sarà colta impreparata ed alla quale dobbiamo tutti fornire la massima collaborazione nell'interesse dell'Italia e dell'Unione Europea che saranno il nostro futuro. Intanto che il Regno Unito esce, si preparano ad entrare la Macedonia e l'Albania e successivamente la Turchia e quindi per l'Italia il temuto danno dell'uscita del Regno Unito sarà presto sostituito da un grande vantaggio per gli scambi con questi paesi a noi più affini e soprattutto in pieno sviluppo economico e senza città stato e paradisi fiscali e finanziari. Mentre trovo triste l'assenza di giustizia quando innocenti vengono condannati dalla magistratura Italiana, con grande interesse ho letto la sentenza della Suprema Corte di Cassazione a Sezione Unite del 26.1.2016 n. 9140/16 scaricabile qui. Intanto la nota di colore deriva dalla presenza di un ente ecclesiastico (quelli che non pagano le tasse sulle proprietà) che ha fatto causa alla Cattolica Assicurazioni segno del fatto che non esiste davvero più religione. Ma veniamo alle cose serie. Intanto una premessa: da sempre gli anglosassoni che hanno problemi con la gestione della contabilità, ci hanno propinato queste belle polizze claims made che coprono il fatto non quando viene commesso ma quando si manifesta con un reclamo (claim). La ragione tecnica di questo contratto atipico sta nel fatto che in questo modo, terminato l'anno assicurativo, l'assicuratore può agevolmente sapere se ha avuto un utile o una perdita nel contratto. In cambio di questo vantaggio per gli Assicuratori che non devono quindi fare calcoli per gli accantonamenti per garantire gli impegni futuri, viene concessa la retroattività della garanzia per i fatti non noti. Questa seconda parte ha sempre eccitato gli assicurati italiani che stentavano a credere che ci fosse un assicuratore pronto a garantire anche i fatti già avvenuti e naturalmente in questo varco si sono infilati anche tanti furbetti con il loro bel sinistro pronto da rifilare all'imbecille di intermediario di turno. Io cerco in ogni modo di andare dagli Ordini Professionali per sensibilizzarli sul fatto che sanzionando gli iscritti che si comportano male o semplicemente sbagliano, proteggeranno la loro categoria prima che sia troppo tardi e non ci sia più nessuno disposto ad assicurare i rischi professionali. Per ora sono del tutto inascoltato ma sono sempre lieto di ricevere inviti a partecipare a dibattiti per cercare di sensibilizzare gli animi circa il problema o sentire le idee contrarie alla mia. Tornado alla sentenza, intanto si tratta di responsabilità medica ed i fatti sono avvenuti nella giurisdizione di Roma. La premessa è importante perché quando a Roma e Torino si parcheggiava in doppia fila, a Milano c'erano i vigili anche ai semafori e se passavi col rosso ti prendevi la multa. Ora che abbiamo importato il parcheggio selvaggio importiamo anche l'idea che qualunque cosa succeda è sempre colpa di qualcun altro e quindi con una bella causa, anche avendo completamente torto, si portano a casa risultati. I primi risultati sono per gli avvocati che si arricchiscono da queste liti e sono i veri vincitori di ogni causa. Certamente se in Italia ci fossero più medici e meno avvocati io mi sentirei più sicuro. Ma cosa dice la Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite (queste sentenze sono oltre che molto autorevoli, anche un orientamento futuro fondamentale). Mi avventuro quindi, non tanto a commentare la sentenza, che ovviamente va solo applicata, ma a spiegare la svolta che deriva da questa storica pronuncia. Infatti mentre la formula claims made è stata da sempre ritenuta lecita, la Suprema Corte, fa una analisi dal punto di vista anche sostanziale. Infatti la Suprema Corte con eccellenti doti tecniche, analizza la situazione delle polizze claims made e del Codice Civile Italiano. Naturalmente la Suprema Corte non può fare quello che noi cittadini possiamo al contrario svolgere: dare suggerimenti per il futuro. La sentenza quindi si basa sulla applicazione del Codice Civile e del testo di polizza secondo i principi vigenti per l'interpretazione dei contratti. Se dal punto di vista della tutela dell'assicurato la decisione della Suprema Corte è eccellente, il rischio pratico è di vedere lievitare di molto i premi sull'assicurazione professionale. Ma io non mi schiererò con i troppi concorrenti che hanno criticato la sentenza. Se vogliamo essere seri il contratto di assicurazione deve assolvere al proprio uso e se il prezzo applicato finora da molti nostri concorrenti (con gare al ribasso lesive persino della dignità dell'intermediario, dopo aver puntualmente copiato il nostro testo di polizza) è sbagliato, semplicemente avranno delle perdite, ma non possono pretendere di scaricare sui clienti i loro errori di calcolo o, peggio, la loro corsa folle per la vendita di pezzi di polizza che più che contratti sembrano aspirapolvere di scarsa qualità destinati alla pattumiera subito dopo l'acquisto. In sostanza la Suprema Corte stabilisce che ove la clausola claims made limiti in modo eccessivo la copertura (in questo caso si trattava di una polizza claims made con retro di soli tre anni – mentre noi abbiamo sempre offerto la retro illimitata con clausola claims made e semmai abbiamo rifiutato i rischi troppo elevati invece che cercare di portarli a casa fuggendo poi dai sinistri) la stessa sia nulla e quindi di fatto si torni alla buona e vecchia loss occurrence, che appunto costringe l'assicuratore a pagare quando il fatto illecito si verifica in vigenza del contratto anche se la richiesta arriva quando il contratto di assicurazione è oramai cessato. La Suprema Corte, inoltre, effettua una verifica puntuale anche sul fatto che i Professionisti (esclusi solo gli avvocati aggiungiamo noi) hanno un obbligo di assicurazione e pertanto la clausola claims made male si adatterebbe alla copertura dei rischi professionali soggetti ad obbligo assicurativo stante l'inevitabile presenza di buchi di copertura. Per esempio, basti pensare che la prescrizione della responsabilità professionale è come minimo fissata a 10 anni, mentre sono davvero poche le polizze claims made con garanzia reclami tardivi per 10 anni, anzi la maggioranza non ha nulla o come noi offre 5 anni di reclami tardivi che ovviamente non sono sufficienti alla completa copertura e garanzia del consumatore cliente del professionista. Giova ricordare che noi siamo gli unici ad offrire dal 2007 polizze rc professionali per agenti di assicurazione e broker nella forma loss occurrence con tre anni di sunset. Non si tratta ovvio della soluzione del problema in quanto il sunset dovrebbe essere illimitato, ma se noi che siamo nessuno, abbiamo risolto in parte il problema, significa che la Suprema Corte non ha chiesto l'impossibile ma solo ciò che è logico e giusto chiedere. Certo gli Ordini Professionali dovrebbero lavorare con il Governo per limitare il periodo di prescrizione della responsabilità (direi che portarlo a 3 o 5 anni per tutti estesi solo dal dolo che comunque non è assicurabile) risolverebbe il problema. Durante la fase di passaggio da claims made a loss occurrence, ci sarà inevitabilmente il problema della copertura del passato che ovviamente l'assicuratore loss occurence non vuole fare. Ma la soluzione l'abbiamo già inventata nel 2007: nella polizza loss occurrence si inserisce una sezione claims made a coprire la fase transitoria. Quindi questa nuova sentenza della Suprema Corte è una importante svolta da un lato per polizze dai contenuti più chiari e corretti e dall'altra per la copertura dei rischi con metodologie più consone al nostro Mercato e più legate alla realtà. Il risultato della transizione ovviamente comporterà probabilmente premi più elevati nella fase iniziale, tuttavia se il Governo dovesse ascoltare la nostra supplica di limitare l'arco temporale della prescrizione a “soli” 5 anni o meglio a 3 anni, il rincaro iniziale sarà presto eliminato ed anzi si prevede anche una notevole potenzialità di riduzione dei costi. Il fatto che la polizza claims made favorisca la concorrenza fra imprese è del tutto privo di pregio, infatti le imprese di assicurazioni non sono gestite da marito e moglie (salvo eccezioni) che si segnano sul taccuino nero i clienti che non rinnovano i contratti per poi fare di tutto per non pagare i sinistri. Resta solo il rischio che l'assicuratore fallisca oppure che il massimale sia troppo basso, ma per questo ci saranno facilmente polizze a secondo rischio claims made per andare a integrare questi eventi a limite. Quindi la recente Sentenza della Suprema Corte, ha dato slancio alla nostra creatività ed a messo ordine nelle clausole offerte dagli Assicuratori che, se sono stati poco attenti o imprecisi (se non quasi disonesti) ora dovranno pagare. Entro il prossimo anno contiamo di rinnovare completamente la nostra offerta per adempiere al disposto della sentenza ed offrire sempre prodotti sicuri ed affidabili con i migliori assicuratori disponibili sulla piazza come da tanti anni facciamo con grande passione e amore per questo lavoro, spesso premiati dalla fiducia e dai complimenti dei nostri Colleghi e Clienti. Naturalmente ci auguriamo che i consolidati rapporti ultra trentennali non si vadano a perdere per i limiti che verranno posti agli assicuratori extra-EU e comunque lavoreremo perché eventuali ostacoli siano superati e si possa continuare a lavorare con gli assicuratori che, per così tanto tempo, ci hanno supportato pagando puntualmente i sinistri. A tutti un grande ringraziamento ed auguri di buon lavoro in un Mondo in pace e giusto.