Chiudiamo tutti (ottobre 2018)

Ebbene si: fra Regolamento Europeo sulla privacy, la carenza terribile di Imprese di Assicurazioni in grado di fare il proprio mestiere e le nuove regole sulla distribuzione assicurativa, il consiglio dell’Autorità di Vigilanza è quello di chiudere o associarsi e di evolversi.

I vigilatori dicono così, si atteggiano da cattivi, ma in fondo ci vogliono bene perché più intermediari ci sono e più contributi e sanzioni si incassano. Forse con la riforma finalmente un iscritto al RUI potrà avere la testimonianza della sua storia passata anche se si dovesse cancellare dal RUI, visto che oggi purtroppo il RUI accessibile al pubblico non ha uno storico e se si viene cancellati scompare anche tutto il passato.

Ma si basta innovare e dotarsi di un database come quello dell’OAM. Ma questi messaggi, che tendono a voler far chiudere i professionisti, per lasciare spazio ai venditori di aspirapolvere (oramai alle Imprese di Assicurazioni interessa ben poco cosa si vende basta sia in grande numero) non solo non devono scalfire chi sa fare la professione e la svolge con onestà e passione specie se in aziende piccole o medie indipendenti ma soprattutto non devono distrarci su cosa sia bene e cosa sia male. Pensate solo che all’IVASS va bene che una compagnia possegga per intero un intermediario assicurativo, mentre è così evidente il conflitto di interessi se un Magistrato facesse anche l’avvocato della difesa. Chissà perché le varie Autorità non capiscono che solo grazie agli intermediari medi e piccoli che il mercato è controllato, il cliente tutelato, le truffe e le compagnie poco serie denunciate. Solo con un intermediario professionale si evitano grossi problemi. Certo se passa il messaggio folle che alcuni “distributori” portano in TV del tipo tutte le polizze si assomigliano, alla fine quando lo stesso soggetto felice di aver risparmiato 25 euro si vedrà portare via la casa da un odioso avvocato (non credo esistano avvocati simpatici quindi la probabilità che ne incontriate uno è praticamente nulla) penserà alla pubblicità in TV che diceva questa baggianata.

Ma non importa, l’importante è rovinare il mercato, abbassare i margini ed i premi e possibilmente usare una applicazione per fare questo disastro. Ebbene questa non è la ricetta giusta. La tecnologia è utile ma bisogna conoscerla.

Quando si riceve una email che chiede 1000 euro per non inviare un inesistente file compromettente, non si tratta di cyber crime ma solo di una catena di Sant’Antonio da buttare nel cestino (una volta cartaceo ora digitale ma sempre nel cestino). Oddio ora metà delle polizze Cyber saranno annullate, mi spiace c’è stato un malinteso. :-)

Quindi tutta questa idea che nel futuro ci saranno le applicazioni a sostituire tutto è solo frutto di scarsa conoscenza. La realizzazione di software nel nostro Paese è ancora fatto misterioso, ci sono società che chiedono migliaia di euro per un programma che gestisce il broker o per gestire la contabilità e lo fanno anche male. Poi si scopre che ci sono ancora piccoli professionisti che sviluppano software a prezzi onesti e che hanno prodotti funzionanti senza tante parole e presentazioni (per lo più false) di mirabolanti prestazioni.

Quindi se dovete spendere un sacco di soldi per avere un inutile software da una grossa azienda meglio cercare un bravo esperto programmatore che invece vi faccia il lavoro a prezzo onesto e soprattutto con un risultato utile. Mi ricordo di una società blasonata di cui farei volentieri il nome ma al momento la mancanza di libertà di opinione in Italia mi vieta, che di fronte alla loro totale incapacità a gestire la modifica di un dato, suggeriva di imporre al cliente il dato sbagliato come soluzione (leggermente egocentrica) al problema. Ma chiaro i bravi professionisti del software fanno fatica a resistere, gli altri più grandi si comprano le compagnie di assicurazioni scrivendo quattro righe di codice. Allora quando leggete i comunicati di guerra (bollettino IVASS) con i nomi e cognomi dei poveretti sottoposti a verifica (e pubblica gogna) viene forse da lasciarsi andare e dire forse è ora che ascolti le Autorità, chiuda e vada a fare il dipendente di qualche grosso distributore.

Invece no.

La parola Vigilanza non significa tormento come fanno i NAS ai ristoranti che mostrano in TV. Non serve a nulla sanzionare la gente con norme concepite a tavolino da parlamenti infestati da avvocati solo per poi creare lavoro e contenzioso inutile o pistolotti morali da chi non ha mai lavorato un giorno in vita propria. Dobbiamo finirla di dare la colpa all’intermediario sempre e comunque e suggerigli di chiudere e se del caso sanzionando sia la sua società che la persona fisica. Intanto noi intermediari produciamo per lo Stato molto. Pensate alle tasse che raccogliamo, spesso più alte delle nostre commissioni, poi paghiamo le tasse sulle nostre provvigioni, vigiliamo (pena la galera) sulle operazioni sospette che denunciamo prontamente (e subiamo le ritorsioni dei criminali che denunciamo) .E poi ci chiediamo se mai il versamento delle tasse sui premi sia puntualmente effettuato dalle Imprese di Assicurazioni.

Quindi non dovete assolutamente lasciarvi intimidire.

Non solo queste nuove norme non sono nulla di difficile, ma soprattutto il futuro in Italia è delle piccole e medie aziende di intermediazione.

Non cedete allo sconforto, alle compagnie che danno a voi il 10% di provvigioni ed ad altri il 25% (si chiama concorrenza sleale non abilità di negoziazione) se ci sono problemi o difficoltà io sono sempre a disposizione, ma non mollate per nessun motivo. Chi ci minaccia e ci attacca in continuo ha torto e quindi, prima o poi perderà. Si tratta di resistere non cedere alla “idiocrazia” imperante, all’idea che con un’app di faccia tutto e che dopo aver regalato il proprio portafoglio clienti si possa lavorare serenamente. Una volta sottratto il portafoglio clienti per l’intermediario cominceranno i calci nel sedere e dopo qualche anno si troverà a dover ricominciare da solo e da zero.

Certo è necessario restare indipendenti ma non essere isolati. Unirsi in sindacati ed associazioni ed essere solidali con i colleghi è la soluzione che mette in crisi i potenti che vogliono cancellarci.

Interessante una iniziativa di Assointermediari (sindacato di categoria di lettere A,B ed E) che chiede a tutti di scrivere le domande da porre ad IVASS per chiarire i dubbi sulla nuova IDD e per rispettare le norme lavorando serenamente. Allego il link alla loro pagina perché penso sia una iniziativa interessante e possa forse causare una risposta pubblica da parte dell’Autorità di Vigilanza, salvo la stessa non voglia rilasciare una applicazione che risponda in automatico alle domande con risposte certificate al fine di dare le istruzioni agli Intermediari (ora declassati a distributori) su come loro intendono sia corretto rispettare le norme. :-)

Nel frattempo come sempre se avete difficoltà a piazzare dei rischi o se volete proteggere il vostro portafoglio clienti restiamo a disposizione dei colleghi. Con noi avrete lo stesso livello provvigionale che vi darebbe l’impresa di assicurazioni con la differenza che noi rispondiamo in giornata alle email, ci occupiamo dei sinistri e rispettiamo la vostra proprietà del cliente. Buon lavoro.

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